Si è conclusa nell’estate del 2005 la prima fase dei restauri della chiesa di Santa Maria Podone e del complesso dell’ex canonica, che si trova a Milano nella centrale Piazza Borromeo. I restauri svolti tra il 2004 e il 2005 hanno svelato importanti elementi architettonici e artistici, inediti o solo in parte conosciuti prima di tale intervento.Santa Maria Podone è una delle chiese più antiche di Milano anche se poco nota nonostante l’importanza storica e lo strettissimo legame con la Famiglia Borromeo e in particolare i due Vescovi milanesi Federico e San Carlo.
Intervenendo su un complesso architettonico carico di storia (circa 1200 anni), il cantiere di restauro è stato un’occasione irripetibile di scoperta e approfondimento concreto attraverso lo studio della storia dell’edificio e della sua evoluzione che ha poi guidato le scelte progettuali.
Il restauro ha riportato alla luce un portale romanico con una Madonna col Bambino del ‘400 sul lato esterno alla chiesa (visibile solo dall’ex canonica), una lunetta con affreschi romanici verso la navata destra della chiesa, l’abside laterale settentrionale romanica con affreschi della seconda metà del Quattrocento, una porzione del campaniletto romanico (visibile nel sottotetto), e il portone ligneo del 1570 non più visibile da moltissimi anni.
Nel 2005, per presentare questo intervento di restauro, è stata organizzata una conferenza nell’ambito della VII Settimana della Cultura organizzata dal Ministero per i Beni Culturali.
Nel 2006 è stata organizzata una visita guidata per gli aderenti al FAI.
Nel 2012 il restauro è stato presentato e illustrato nell’ambito della manifestazione “Milano nei cantieri dell’arte” organizzato dall’Assimpredil Ance di Milano, dall’Arcidiocesi di Milano, dal Ministero per i Beni e le attività Culturali e dalla Camera di Commercio di Milano.
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E' stato riportato integralmente alla luce un Portale Romanico, con un affresco rappresentante una Madonna con il Bambino risalente al 400 sul lato esterno e una lunetta con affreschi romanici sul lato interno.
Si tratta di un portale di accesso laterale posto a metà della navata destra, in origine comunicante con l’esterno, ora con l’ambiente adiacente il fianco della cappella Borromeo.
Il portale era occultato da una soletta di interpiano e da contropareti. Liberato il portale, si è ottenuto un ambiente a doppia altezza, che ha messo in luce anche il paramento murario della quattrocentesca cappella Borromeo.
Sul lato interno alla chiesa in corrispondenza del portale, l’assenza di apparati decorativi e di intonaci storici ha permesso di scoprire una lunetta con intonaci affrescati presumibilmente di epoca romanica.
Per valutare correttamente l’impatto che la presenza del portale avrebbe avuto sull’impianto seicentesco della chiesa, si è proceduto ad un restauro della seconda campata nella navata destra corrispondente al portale.
Straordinaria è stata la possibilità di riaprire l’abside della navata sinistra, murata durante la rifondazione seicentesca della chiesa ad opera di Fabio Mangone.
Il catino era visibile solo dalla scaletta che sale al pulpito. Il tamponamento in muratura che la celava si presentava slegato e quindi staticamente instabile. Dopo avere accertato che gli intonaci che lo rivestivano erano di recente fattura e di natura cementizia, si è deciso di rimuoverlo numerando tutti i mattoni in considerazione di un’eventuale ricostruzione, per consentire il restauro degli affreschi.
Nella parte centrale, in corrispondenza del Crocifisso, si notava una significativa lesione dell’intonaco quattrocentesco, ciò ha suggerito la presenza di una monofora sottostante, trovata, restaurata e ora visibile in un locale al primo piano sopra la sacrestia.
Tra le opere d’arte della chiesa l’ultima riscoperta, in ordine di tempo, è il notevole portone ligneo realizzato nel 1570 inserito nel portale marmoreo di ingresso realizzato nel 1483 dal Cappellano Ambrogio di Pietro a nome dei fratelli Giovanni III e Vitaliano II Borromeo ad opera degli scultori Samuele e Policleto Luvoni o Luoni.
Il portone ligneo, in origine a due battenti, fu modificato nell’Ottocento rendendolo a scorrimento laterale su binari in ferro - inferiore e superiore - per realizzare una bussola di ingresso a profondità ridotta. Bloccatesi in posizione aperta, le ante sono rimaste nascoste per decenni tra la muratura della facciata e i pannelli lignei che rivestono la struttura della cantoria dell’organo.
Rimossi vari strati di verniciatura a smalto sintetico e i residui alterati di tinte e residui oleosi sottostanti si è riportata alla vista la materia lignea con l’originaria tonalità bruna e la raffinata decorazione geometrica a rilievo.
Il restauro ha ripristinato la funzionalità del meccanismo di scorrimento.
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